Panino o pranzo domestico portato a scuola – Lettera aperta
Egregi Assessori della Regione Lombardia,
Dott.ssa Valentina Aprea – Istruzione, Formazione e Lavoro
Avv. Giulio Gallera – Welfare
Milano, 23 Settembre 2016
Carissimi,
in relazione alle recenti vicende che hanno decretato il via libera, quantomeno temporaneo, al “panino o pranzo domestico portato a scuola” in alternativa al servizio di ristorazione scolastica e nel contesto della bagarre in atto tra Ministero, Magistratura, Associazioni di Genitori in vari Comuni d’Italia, mi permetto di offrire alle Istituzioni e ai cittadini, l’esperienza e la professionalità del nostro Ordine come contributo culturale e tecnico-scientifico determinante sulla vicenda.
Riteniamo che tale problematica, al pari di tante che toccano il tema della corretta alimentazione, del benessere nutrizionale e della sicurezza alimentare anche per i nostri figli, debba essere affrontata nelle giuste sedi, alla presenza delle Istituzioni, dei Cittadini, dell’Autorità Competente e degli Specialisti della materia.
Mi riferisco ai Tecnologi Alimentari che rappresentano la categoria professionale più coinvolta nel settore della ristorazione collettiva a livello Regionale e Nazionale (scolastica, sanitaria, terza età, aziendale) sui temi dell’educazione, formazione, analisi e controllo, consulenza, certificazione dei sistemi qualità-sicurezza-ambiente.
Portare da casa una focaccia o un panino farcito con prodotti buoni l’abbiamo fatto tutti e lo fanno anche i nostri figli: si chiama merenda o spuntino e serve per chiudere il buco allo stomaco a mezza mattina o al pomeriggio quando si rientra poi tarda a casa.
Trasformare questa sana abitudine in una kermesse gastronomica di mezzogiorno in cui ognuno porta qualunque cosa da casa scambiandola con gli altri ragazzi, può generare effetti di carattere igienico e favorire l’insorgenza di fenomeni allergenici nei consumatori.
La bagarre sociale a cui stiamo assistendo, alimentata anche da una ridondanza mediatica, sposta l’attenzione da un problema concreto che, sotto forma di protesta, evidenza da un lato un disagio economico delle nostre famiglie e dall’altro una scarsa soddisfazione per i cibi ed il servizi offerti agli studenti.
Queste sono tematiche complesse su cui riflettere per definire regole concrete, insieme ad un ripensamento di cosa e come mangiano i nostri figli a scuola, sottoposti alle formalità di procedure e capitolati che in apparenza inneggiano alla qualità, ovvero al miglior equilibrio tra costo e beneficio, ma che in realtà spesso privilegiano il prezzo, sia attraverso gestioni dirette della Pubblica Amministrazione sia con appalti affidati a Società di gestione.
La Vostra solerte sensibilità di persone e di addetti ai lavori, certamente ha preso a cuore il problema ed a tale proposito, Vi garantisco il nostro pieno supporto ai tavoli di confronto, per offrire un contributo di esperienze e competenze specialistiche nella ristorazione collettiva, a tutela del pubblico interesse per la tutela della salute dei cittadini.
Certo di un Vostro personale riscontro, rimaniamo a disposizione del Pubblico Interesse.
Vi invio a nome del nostro Ordine un cordiale saluto